L’aeroporto di Billund ha registrato negli ultimi anni un importante incremento del numero dei propri passeggeri e ha quindi ampliato il terminal includendo nel progetto robot per lo stoccaggio dei prodotti dello shop Duty-free.
LA CRESCITA CONTINUA CHE PORTA L’AEROPORTO AD ESPANDERSI
L’aeroporto di Billund (Danimarca) ha registrato un significativo aumento del numero di viaggiatori negli ultimi anni. Si è pertanto considerata l’idea di lavorare ad un ampliamento, ed è per questo che si è provveduto alla costruzione di un nuovo edificio di 6.650 m2, all’interno del quale è stato installato un magazzino verticale Effimat. Viste le nuove dimensioni dell’aeroporto, lo spazio ora disponibile necessitava di essere ben sfruttato, e la scelta è stata quella di ottimizzarlo in modo intelligente grazie all’innovativo magazzino Effimat.
IL MAGAZZINO COMPATTO PER LO STOCCAGGIO DELLE MERCI
All’interno dell’aeroporto, il magazzino verticale Effimat svolge una funzione di deposito e prelievo rapido per i clienti che hanno effettuato un acquisto presso lo shop duty-free. Questo shop, infatti, permette al passeggero di acquistare prima di mettersi in volo e conservare l’acquisto fino al suo ritorno, ritirabile nello stesso aeroporto.
EFFICIENZA DEI PROCESSI DI LAVORO ED ELEVATA PRECISIONE
Utilizzando Effimat per gestire lo stoccaggio e il prelievo, l’aeroporto di Billund ha sperimentato ulteriori vantaggi significativi, che hanno migliorato l’efficienza del lavoro, garantendo una consegna rapida e precisa dei prodotti.
Nella nuova multi-house, il magazzino e il negozio sono situati nello stesso punto: lo stoccaggio al piano terra e il prelievo al secondo piano.
Un’interfaccia comunica con il sistema ERP dell’aeroporto, Effimat registra in tempo reale quando un articolo viene acquistato nel negozio, effettuando il prelievo e la consegna del prodotto corretto, senza marginalità d’errore, per poi procedere con il reintegro dello stesso. Questa integrazione assicura che l’articolo sia sempre pronto e disponibile per una consegna rapida e corretta.
Prevedendo Effimat come parte integrante dei processi di lavoro nella multi-house, l’aeroporto di Billund ha ottenuto un utilizzo ottimale della proprie capacità, oltre a un’estrema efficienza.








capacità per soddisfarle, in partnership con una grande azienda farmaceutica italiana. Specialisti di prodotto, biologi, sviluppatori software, ingegneri, tecnici di montaggio esperti, commerciali e buyer: siamo tutti impegnati, su fronti diversi, a recepire e approfondire le richieste che ci arrivano e ad attivarci per evaderle rapidamente, perché mai come adesso un giorno in più o in meno fa la differenza”. Si può parlare di riconversione della vostra offerta? “Parlerei di capacità di adattamento più che di riconversione – precisa il presidente-. La piattaforma Omnia nasce come apparecchiatura personalizzabile per la diagnostica. Negli anni abbiamo implementato svariati protocolli in base alle esigenze di ciascun laboratorio. Nell’emergenza abbiamo messo a punto anche quello per velocizzare la diagnosi del nuovo coronavirus. Piuttosto mi sembra che questa crisi abbia fatto emergere con drammatica evidenza l’importanza della ricerca e della tecnologia in sanità.” Infine, uno sguardo al futuro: “Il nostro augurio è che l’emergenza passi presto, ma che resti la consapevolezza dei vantaggi dell’impiego dell’alta tecnologia nella diagnostica di laboratorio. Che si tratti di diagnosi di Covid-19, di diagnosi prenatale o di predisposizione genetica all’insorgenza di determinate patologie, resteremo sempre al fianco dei laboratori che vogliano migliorare i loro processi attraverso l’automazione e permettere agli operatori di dedicarsi a compiti a maggior valore aggiunto, mentre le macchine lavorano per loro”.
dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, ispirato e illuminato – diciamolo pure – dalle forti analogie tra i ventilatori ospedalieri e le maschere da snorkeling, in particolare la Easybreath quella ideata, prodotta e distribuita da Decathlon”. “La sua idea – commenta Romaioli – ci ha conquistato immediatamente e ci siamo mossi subito per verificare con l’insegna sportiva la disponibilità dei pezzi. La fortuna ha voluto che le scorte in magazzino fossero sufficienti (circa 10 mila pezzi) e siamo così passati alla fase B: studiare il nuovo raccordo per l’ossigeno, la valvola Charlotte, che abbiamo inizialmente stampato in 3D”. Gli step del progetto hanno previsto l’eliminazione del respiratore della maschera, rimpiazzato da questo aggancio progettato ad hoc e dotato di un ingresso per l’ossigeno e di un’uscita con filtro Peep. “Il prototipo di Easy Covid 19 è stato testato su un nostro collega direttamente all’Ospedale di Chiari, innestandolo al corpo del respiratore: il collaudo ha avuto successo – continua -. Così, per impedire eventuali speculazioni sul prezzo del componente, abbiamo deciso di brevettare la valvola di raccordo. Ovviamente il brevetto rimarrà ad uso libero in modo che tutti gli ospedali possano usufruirne”. E successivamente il progetto si è diffuso su scala nazionale. “Pertanto dalla stampa 3D siamo passati, grazie alla disponibilità del Gruppo Oldrati, a realizzare una stampo a
iniezione che garantisca una produzione industriale in serie – indica Romagnoli -. Ribadisco che né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati: sono nati in una situazione emergenziale e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità. Visti questi presupposti ritengo che fuori dall’emergenza il progetto si esaurirà”. Quello che non finirà, invece, è il sollievo di chi è stato aiutato dalla maschera e l’orgoglio di chi tale aiuto è riuscito a darlo, fidandosi di un’idea inedita (magari imprevedibile), ma buona.







